martedì 1 settembre 2015

con il Comitato Zero Waste ... per Rifiuti Zero

Il Governo si appresta a varare il Decreto attuativo dell'art.35 dello "Sblocca Italia". Lo schema di decreto è costruito in modo da incrementare la “capacità di incenerimento” nelle diverse aree del paese.
Un documento irricevibile:
A) perché presuppone che il rifiuto urbano residuo debba comunque passare attraverso l'incenerimento. E' non c'è niente, NIENTE che attesti un tale obbligo nelle Direttive UE, citate a sproposito nel Documento;
B) perché tanti passaggi di calcolo sono artificiosamente errati al solo scopo strumentale di massimizzare le necessità di ulteriore incenerimento. Come quando ad esempio si assume il conseguimento del 65% di raccolta differenziata come il massimo raggiungibile! Non si tiene conto di quelle Regioni che prevedono obiettivi di raccolta differenziata superiori, ed in certi casi (ad es. Veneto) marcatamente superiori: queste Regioni verranno costrette a rivederli al ribasso?
C) non si prevedono scenari operativi alternativi, come gli impianti a freddo con recupero di materia (cosiddette "Fabbriche dei Mate riali") che non solo sono praticabili e praticati, ma si stanno diffondendo nelle programmazioni locali in molte parti d'Italia
D) non si prendono neanche in minima considerazione gli scenari incrementali di recupero materia attualmente in discussione a livello UE, nel corso del dibattito sulla "Economia Circolare", e che con ogni probabilità porteranno ad un aumento degli obiettivi di recupero materia (70% rispetto all'attuale 50%, assunto dallo Schema di Decreto). E qualcuno ci dovrà spiegare come la cosa potrà coesistere, con una situazione impiantistica che richiede alimentazione con flussi di rifiuto urbano residuo, garantiti per 20/30 anni.

Questo Decreto è quindi un ben congegnato attacco agli interessi collettivi, studiato da pochi soggetti a cui saranno assicurati ingenti e facili guadagni.

A questo attacco bisogna rispondere con altrettanta determinatezza.

Ecco alcune linee di contrattacco a cui stiamo lavorando:
- il potenziamento degli inceneritori già esistenti e la costruzione di nuovi peggiorerà la qualità dell'aria.
È una grave illegalità, in contrasto con le norme a tutela della qualità dell'aria e della salute pubblica. 

Stiamo approntando un’azione legale.
- questa scelta è ampiamente sovvenzionata con denaro pubblico, a carico di imprese e famiglie (tassazione bollette luce per incentivare energie rinnovabili). Questo è in contrasto con il diritto alla libera impresa e si configura come concorrenza sleale a danno delle attività produttive del riciclo e del riuso. Stiamo creando alleanze con questi operatori economici.
- l'incenerimento è il trattamento più costoso e questo costo sarà totalmente a carico di noi cittadini. 

Come già accaduto ci sostituiremo ai mezzi di informazione per diffondere queste scomode verità.
- i fattori di emissione di gas clima alteranti degli inceneritori sono tre volte maggiori del riciclo. Pertanto il decreto creerà le condizioni per mettere l'Italia in condizione di infrazione delle norme comunitarie sulla riduzione di queste emissioni. Denunceremo questa situazione alla Commissione Europea. Invece di questo scempio, vogliamo che si discuta della nostra Proposta di Legge Rifiuti Zero e chiediamo che sia immediatamente preparato un Piano Nazionale di riparazione, riutilizzo e riciclo che darebbe lavoro diffuso e possibilità concrete di impresa locale nello spirito della Economia Circolare e della Blue Economy.