sabato 9 luglio 2016

Come la Germania danneggia gli altri paesi dell'Eurozona ...

Il surplus record della bilancia commerciale della Germania è cosa nota, a fine 2015 era salito a 275 miliardi di euro, per poi toccare un nuovo primato recentemente. Questo disallineamento con gli altri paesi dell’Eurozona suscita però parecchi mal di pancia, tanto che se ne chiede il sanzionamento così come previsto da Maastricht. Ma perché un eccesso di export costituirebbe un fattore devastante per l’economia? Quali sono i mezzi per contrastarlo? Cominciamo a vedere come funziona la bilancia commerciale, l’ammontare delle importazioni e delle esportazioni di merci di un paese.

Cos’è e come funzionano le dinamiche della bilancia commerciale
I rapporti commerciali e finanziari di ciascun Paese con l’estero sono rappresentati dalla bilancia dei pagamenti: il saldo è rappresentato da un flusso monetario, che può essere attivo o passivo. Nel primo caso abbiamo un Paese che ha venduto ed incassato dal Resto del mondo più di quanto ha comprato e pagato. Nel secondo caso, abbiamo un Paese che ha venduto ed incassato meno di quanto ha comprato e pagato.
Nel primo caso il Paese si arricchisce; nel secondo si impoverisce e deve fronteggiare i maggiori esborsi utilizzando il risparmio interno, ovvero ricorrendo al prestito estero.
L’insieme degli investimenti e dei crediti all’estero, e di converso delle proprietà e dei debiti verso l’estero sono sintetizzati dalla Posizione finanziaria internazionale netta. Nel caso che questa posizione sia attiva, ciò significa che il valore degli asset posseduti all’estero e dei crediti verso l’estero è superiore al valore delle proprietà straniere nel Paese ed ai debiti del Paese stesso verso l’estero. La posizione finanziaria internazionale è costituita da stock, che sommano proprietà e crediti.
Nella bilancia dei pagamenti correnti, la prima componente è quella commerciale che fa riferimento alle transazioni in merci e servizi. C’è poi la componente dei redditi, primari e secondari, in cui vengono iscritti rispettivamente tutti i pagamenti per rimesse degli emigrati/immigrati, i pagamenti e gli incassi per investimenti e titoli di debito ed i pagamenti senza corrispettivo.
Anche all’interno dell’Unione europea, e tra gli Stati che hanno adottato l’euro come moneta comune, i rapporti internazionali sono rappresentati dalle bilance dei pagamenti e dalle posizioni finanziarie internazionali nette. Un equilibrio delle bilance dei pagamentiall’interno dell’Eurozona, visto che non esistono strumenti redistributivi di reddito posti a carico delle aree ricche in favore di quelle più povere, è indispensabile per evitare il ripetersi delle crisiche abbiamo rilevato dopo il 2010.
Perché il surplus della Germania penalizza gravemente e in modo poco lecito l’Ue
Il caso dei rapporti tra Germania e Grecia è emblematico.
L’attivo della bilancia dei pagamenti della Germania è in attivo strutturale da anni, violando la regola europea sugli squilibri macroeconomici eccessivi, secondo cui non si deve avere un attivo superiore al 6% per più di tre anni di fila. Il divieto vale anche per il disavanzo, che non deve essere negativo oltre il 4%.
D’altra parte, se c’è qualcuno in attivo, ci deve essere qualcun altro in passivo. Il motivo per cui, al di là delle fluttuazioni annuali, i rapporti correnti con l’estero devono essere in pareggio, deriva dalle conseguenze che derivano dal fatto che uno o più  Paesi vendano costantemente più di quanto comprino, incassando dall’estero sempre più moneta di quanto paghino.
Innanzitutto, si sottrae reddito al lavoro impiegato nell’attività di esportazione: la maggiore produttività, dimostrata dalla competitività in termini di qualità e prezzo, viene destinata al profitto e non viene redistribuita al fattore lavoro.
Facciamo un esempio. Nelle relazioni tra Germania e Grecia, poniamo che nel primo anno l’attivo tedesco rispetto al passivo della Grecia dipenda dal fatto che la Germania vende automobili per un valore superiore a quello speso dai tedeschi che vanno in vacanza in Grecia. A questo punto, ci sono due reazioni possibili: nella prima, gli operai tedeschi sono pagati di più dalle loro imprese, e l’anno dopo faranno vacanze più lunghe in Grecia, cosicché i conti ritornano in equilibrio; nella seconda, i salari degli operai tedeschi rimangono invariati, ma il surplus della Germania viene prestato alle banche greche affinché anche nel nuovo anno i cittadini greci abbiano soldi a prestito per continuare a compare macchine tedesche.
Nel primo caso, i conti tornano in equilibrio e si attiva un meccanismo virtuoso, perché i maggiori salari degli operai tedeschi vengono spesi allungando le vacanze in Grecia. L’anno dopo, con i maggiori ricavi della stagione turistica, i cittadini greci continuerebbero a comprare macchine tedesche ma senza doversi indebitare.
Nel secondo caso, i conti rimangono squilibrati e si attiva un processo vizioso: la Germania, per poter continuare a vendere lo stesso numero di automobili in Grecia, incassando più di quanto i suoi cittadini spendano in Grecia durante le vacanze, deve prestare denari alla Grecia; i cittadini greci, per poter continuare a comprare lo stesso numero di automobili tedesche, devono indebitarsi. Se le banche tedesche non prestassero denari alle banche greche per finanziare i nuovi acquisti di auto, le industrie tedesche ridurrebbero le vendite, creando problemi di occupazione. Si innesca un meccanismo perverso: i tedeschi, per poter vendere ancora automobili in Grecia, sono costretti a prestare ogni anno sempre più denari ai compratori. L’attivo commerciale sull’estero viene reimpiegato come credito verso l’estero.
Il meccanismo della svalutazione non funziona con l’euro
In passato, quando ognuno aveva la sua moneta, i tedeschi il marco ed i greci la dracma, c’era il meccanismo della svalutazione. La moneta greca perdeva periodicamente valore sul marco, e così i greci compravano automaticamente meno automobili tedesche. Parimenti, il marco si rivalutava sulla dracma, e così i tedeschi potevano allungare automaticamente le loro vacanze in Grecia: spendendo gli stessi marchi dell’anno precedente, potevano permettersi di stare più tempo.
L’euro, moneta unica, rende impossibile la svalutazione. Ai Greci non resta che indebitarsi o abbassare i salari, creando la depressione generalizzata.
Se i conti correnti con l’estero di un paese sono in attivo strutturalmente, come quelli della Germania, le sue banche sono costrette a prestare ogni anno altro denaro ai compratori esteri. Arriva un punto in cui i debitori non sono in grado di continuare a pagare i debiti ed a comprare ancora, facendo default.
Questo è quello che è successo nelle relazioni tra la Germania da una parte, e dall’altra la Grecia e la Spagna.
La Germania continua a vendere all’estero più di quanto non compra: accumula denaro che presta all’estero per evitare che all’interno ci sia inflazione. Diviene allo stesso tempo sempre più sospettosa della capacità dei suoi debitori di onorare i prestiti: è costretta così ad imporre il Fiscal Compact, per evitare che gli altri Stati dell’euro si indebitino eccessivamente, e la Banking Union per evitare che le banche degli altri Paesi non rimborsino i prestiti ricevuti da quelle tedesche. E’ costretta ad assumere il ruolo del colonizzatore finanziario. Se aumentassero i salari tedeschi e la Germania aumentasse gli investimenti pubblici, tutti starebbero meglio: tedeschi, greci, spagnoli ed anche gli italiani.
Ecco perché, nelle relazioni commerciali internazionali, l’attivo strutturale non è affatto positivo.
[Tratto da www.quifinanza.it]

sabato 14 maggio 2016


ANTONIO DI PIETRO -

COSA CAMBIA NELLA NOSTRA COSTITUZIONE CON LA RIFORMA COSTITUZIONALE APPROVATA DAL PARLAMENTO ED ORA SOTTOPOSTA A REFERENDUM COSTITUZIONALE

Stop al bicameralismo perfetto; un Senato con meno poteri legislativi e composto da 95 senatori eletti dai Consigli regionali ma con legittimazione popolare che potrà proporre modifiche alle leggi approvate dalla Camera; nuovo Federalismo, con abolizione delle materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni e alcune competenze strategiche riportate in capo allo Stato. Abolizione definitiva delle Province e del Cnel. Sono i pilastri della riforma Costituzionale approvata definitivamente dalla Camera che non tocca i poteri del governo ma modifica e completa quella del Titolo V del marzo del 2001, che ha introdotto il Federalismo.
CAMERA Sarà l’unica a votare la fiducia. I deputati restano 630 e verranno eletti a suffragio universale, come oggi.
SENATO Continuerà a chiamarsi Senato della Repubblica, ma sarà composto da 95 membri eletti dai Consigli Regionali (21 sindaci e 74 consiglieri-senatori), più 5 nominati dal Capo dello Stato che resteranno in carica per 7 anni. Avrà competenza legislativa piena solo su riforme e leggi costituzionali. Per quanto riguarda le leggi ordinarie, potrà chiedere alla Camera di modificarle, ma Montecitorio non sarà tenuta a dar seguito alla richiesta. Se il Senato chiede alla Camera di modificare una legge che riguarda il rapporto tra Stato e Regioni, l’assemblea di Montecitorio può respingere la richiesta solo a maggioranza assoluta.
LEGITTIMAZIONE POPOLARE Saranno i cittadini, al momento di eleggere i Consigli Regionali a indicare quali consiglieri saranno anche senatori. I Consigli, una volta insediati, saranno tenuti a ratificare la scelta.
SENATORI-CONSIGLIERI I 95 senatori saranno ripartiti tra le Regioni in base al loro peso demografico. I Consigli Regionali eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri componenti; uno per ciascuna Regione dovrà essere un sindaco.
IMMUNITÀ I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l’autorizzazione del Senato.
FEDERALISMO Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze come energia, infrastrutture strategiche e sistema nazionale di protezione civile. Inoltre, su proposta del governo, la Camera potrà approvare leggi anche nei campi di competenza delle Regioni, «quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale».
VOTO IN DATA CERTA i Regolamenti parlamentari dovranno indicare un tempo certo per il voto dei Disegni di legge del Governo; vengono introdotti limiti al Governo sui contenuti dei decreti legge.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Lo eleggeranno i 630 deputati e i 100 senatori. Per i primi tre scrutini occorrono i due terzi dei componenti, poi dal quarto si scende ai tre quinti; dal settimo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti (oggi il quorum è più basso, maggioranza assoluta degli aventi diritto dalla quarta votazione in poi).
CORTE COSTITUZIONALE Dei 15 giudici Costituzionali, 3 saranno eletti dalla Camera e 2 dal Senato.
REFERENDUM Introdotto un quorum minore per i referendum sui quali sono state raccolte 800.000 firme anziché 500.000: per renderlo valido basterà la metà degli elettori delle ultime elezioni politiche, anziché la metà degli iscritti alle liste elettorali.
REFERENDUM PROPOSITIVI vengono introdotti con la riforma; una legge ordinaria ne stabilirà le modalità di attuazione.
DDL DI INIZIATIVA POPOLARE Salgono da 50.000 a 150.000 le firme necessarie per presentare un ddl di iniziativa popolare. Però i regolamenti della Camera dovranno indicare tempi precisi di esame, clausola che oggi non esiste.
LEGGE ELETTORALE Introdotto il ricorso preventivo sulle leggi elettorali alla Corte Costituzionale su richiesta di un quarto dei componenti della Camera. Tra le norme transitorie c’è anche la possibilità di ricorso preventivo già in questa legislatura. Anche l’Italicum potrebbe finire dunque all’esame della Corte.
PROVINCE Vengono cancellate dalla Costituzione, atto necessario per abrogarle definitivamente.
CNEL Abrogato il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, organo costituzionale secondo la Carta del 1948.
- See more at: http://www.antoniodipietro.it/2016/05/ecco-cosa-cambia-nella-nostra-costituzione-con-la-riforma-costituzionale-approvata-dal-parlamento-ed-ora-sottoposta-a-referendum-costituzionale#sthash.jIXVQqvW.dpuf



http://bit.ly/24vdNPr

mercoledì 11 maggio 2016

Candidatura Elezioni Comunali 2016

Comunicato Stampa di Nicola Scalera, portavoce dell’Associazione cittadina Capuanostra e presidente dell’Associazione nazionale rinnoVitalia e candidato nella lista Terra Libera alle elezioni comunali di Capua: 
“negli ultimi dieci anni abbiamo speso tante forze, tempo ed energie in sacrosante battaglie e critiche alle due amministrazioni che hanno portato al fallimento della città di Capua. Queste lotte sono state fatte negli anni 2006-2011 con il Movimento Capuattiva e negli anni 2011-2016 prima con l’Italia dei Valori e poi con l’Associazione Capuanostra. Oggi, dopo tanti anni di critiche snervanti, abbiamo tanta voglia di costruire.  Dopo aver sventata l’ennesima violenza alla città di un impianto gassificatore per l’incenerimento dei rifiuti, oggi c’è una possibilità concreta di riscatto affidata al Gen. Eduardo Centore quale candidato Sindaco in queste elezioni amministrative. Centore è stato riconosciuto garante di quel progetto partito lo scorso Novembre con il Patto Civico. Con queste premesse abbiamo accettato di buon grado l’invito alla candidatura in suo appoggio e siamo candidati indipendenti nella lista civica Terra Libera. Uso il plurale perché mi accomunano in questa scelta gli amici di sempre Luigi Scarpa e il coordinatore cittadino Mario Paternuosto. Inizia oggi un percorso per possibili future collaborazioni a livello locale, regionale ed oltre. Con l’associazione rinnoVitalia siamo infatti impegnati con nostri candidati anche a Milano in appoggio al sindaco Rizzo, a Roma in appoggio al sindaco Giachetti e a Napoli con Luigi De Magistris. I tanti anni di impegno serio, concreto e trasparente continuano con coerenza e promettono buoni frutti a tutti i livelli”.

sabato 7 maggio 2016

MILANO 2016

Ecco il volantino relativo alla mia candidatura al consiglio comunale di Milano con la lista MILANO IN COMUNE candidato Sindaco BASILIO RIZZO

e ..pure il santino



Simonetta Danesi


Aggiungerei perché mi sono candidata


mercoledì 4 maggio 2016

VOTO MI 2016

Cosa si vota  a Milano?
Domenica 5 giugno si vota per il sindaco, il consiglio comunale, il presidente del municipio e il consiglio di municipio.

Quanti giorni si potrà votare?
Si vota solo la domenica, dalle 7.00 alle 23.00.

lunedì 2 maggio 2016

MILANO 2016

DANESI Simonetta candidata al Consiglio comunale di Milano
per Basilio Rizzo Sindaco
lista MILANO in COMUNE Sinistra e Costituzione

www.milanoincomune.it













lunedì 14 marzo 2016

Seminario di formazione sulle riforme costituzionali

PADOVA 5 MARZO 2016  

Lorenza Carlassare e Francesco Pallante


Il referendum per la modifica della Costituzione non è confermativo         


MA OPPOSITIVO

TUTTO FALSO



  1. Snellimento. 
    1.  No, perché si continuerà  a passare dalle due Camere. Nel caso di conflitto la risoluzione sarà affidata ai due Presidenti delle Camere. 
  2. Non si cambia la forma di Governo. 
    1. Certo che si cambia se attraverso la riforma si darà  più potere al Presidente del Consiglio  e si diminuirà  il potere del Parlamento. 
  3. Il Senato farà poco e non sarà importante.
    1.  Il Senato influirà sulle leggi costituzionali e si occuperà tra l'altro delle ratifiche dei trattati internazionali
    2. Nella scelta dei giudici costituzionali ne potrà scegliere 2 su 5. La Camera formata da 630 deputati potrà scegliere 3 giudici costituzionali su 5 ed il Senato formato da 100 Senatori ne potrà scegliere 2 su 5.  
  4. Non sono state presentate altre proposte alternative. 
    1. Il prof. Zagrebelsky ha presentato una proposta alternativa in Parlamento ma non è stata presa in considerazione
  5. La proposta Boschi è democratica
    1. Questa proposta è stata imposta dall'alto, in democrazia si passa attraverso una forma dialogica e dopo si arriva alla proposta

DOMANDE(mia interpretazione)

  1. Con la riforma i costi del Senato diminuiranno?
    1.  Di pochissimo, perché i costi sono della Struttura Senato, non legati alle persone. 
  2. Il Parlamento è illegittimo, come può cambiare la Costituzione? 
    1.  La riforma doveva considerarsi IRRICEVIBILE
  3. L'immunità parlamentare sarà estesa ai Senatori provenienti da Regioni ecc.
    1.  SI
  4. Se ogni Senatore proveniente da Regioni ecc. è stato eletto in anni diversi e decadrà in anni diversi dagli altri, cosa succederà? Ogni anno ci saranno nuovi Senatori? 
    1. SI
  5. E' chiara la divisione delle competenze? 
    1. No, per esempio la regolamentazione dell'agriturismo è un gran pasticcio
ITALICUM

  1. Mi piacerebbe poter esprimere una preferenza negativa. 
    1. Per ora non è prevista
  2. Quando entra in vigore?
    1.  Il 1 luglio 2016
  3. Se si andasse a votare domani, con quale legge. 
    1. Quasi sicuramente con il Consultellum, proporzionale, senza premio, soglia 4%
  4. Perché l'Italicum è sbagliato? 
    1. Perché fa prevalere la governabilità sulla rappresentatività e c'è un calo di democrazia e una concentrazione di potere
  5. Il premio di maggioranza? Come si evince dalla parola il premio dovrebbe andare a chi ha già avuto la maggioranza dei voti (50%+1) e merita un premio per poter governare meglio. Invece con questa legge andranno al ballottaggio le liste che hanno avuto più voti (es. 29 e e 25)

Altra raccomandazione
Tenere d'occhio anche la legge sui partiti (art. 49)


per documentazione 
www.iovotono.it

Simonetta Danesi

sabato 12 marzo 2016

REFERENDUM ASSEMBLEA NAZIONALE VENERDI 18 MARZO

 Il Comitato per il No nel Referendum Costituzionale e il Comitato per i 2 referendum abrogativi contro l’Italicum
promuovono un incontro pubblico nazionale degli aderenti
aperto ai cittadini:

Una Primavera per la Democrazia
Raccogliere le firme per due referendum abrogativi contro l’Italicum
e uno per bocciare la controriforma costituzionale

Venerdì 18 marzo, h. 14,30 – 18,30
Camera dei Deputati Auletta dei Gruppi parlamentari, 
via di Campo Marzio 78

PROGRAMMA:
14.30 – Presentazione: Domenico Gallo
14.40 – Introduzioni: Alessandro Pace (Presidente comitato per il No), Massimo Villone  (Presidente Comitato anti-Italicum)
15,10 – Interverrà Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi nazionale 
15.20 – interverranno tra gli altri alcuni firmatari dell’appello per la raccolta delle firme, altre personalità e rappresentanti dei comitati: Alberto Asor Rosa, Francesco Baicchi, Ginevra Bompiani, Sandra Bonsanti, Marina Boscaino, Antonio Caputo, Francesca Chiavacci, Alberto Civica, Alfonso Gianni, Maurizio Landini, Silvia Manderino, Ugo Mazza, Moni Ovadia,  Vincenzo Palumbo, Pancho Pardi, Giorgio Parisi, Andrea Pertici, Antonio Pileggi, Roberta Radich, Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Mauro Sentimenti, Enza Stumpo, Raniero La Valle, Alex Zanotelli 
18.20 – Chiusura dei lavori e lettura dell’odg conclusivo: Alfiero Grandi 

Milano 19 Marzo 2016

MILANO CONDIVIDE LA RESPONSABILITA'!

Ecco la locandina della tappa assembleare di Milano,


Sabato 19 marzo 9,30-12,30!

RESPONSABILITA' FA RIMA CON LIBERTA': 


PASSAPAROLA!!! 


sabato 16 gennaio 2016

giovedì 14 gennaio 2016

... sulla svendita dei beni collettivi ...

Parere di Paolo Maddalena, giurista e magistrato italiano, già giudice costituzionale:

gli immobili di carattere storico e artistico sono, come diceva Massimo Severo Gianni, “proprietà collettiva demaniale” del Popolo italiano, e lo Stato, e comunque l’Ente pubblico, è solo “gestore”.  
 
La vendita (spesso svendita) di questi beni, che sono “demaniali” e pertanto “inalienabili, inusucapibili e in espropriabili”, comporta un “danno economico e culturale” alla collettività, danno che deve essre risarcito dagli amministratori e dipendenti pubblici che hanno effettuato la vendita attraverso un’azione popolare da esercitare davanti al Giudice comune competente da parte di una Associazione ambientalista.

Ricordo che, a termine della legge 341 del 1990 “i portatori di interessi diffusi” possono intervenire nel procedimento amministrativo in corso e far sentire la propria voce al “responsabile del procedimento” (art. 9). 

Il Popolo ha la “proprietà collettiva diretta” dei beni demaniali e una “superproprietà” sui beni privati di interesse culturale e artistico, ai sensi dell’art. 42 della Costituzione, che tutto subordina all’utilità sociale” e che “riconosce e garantisce” la proprietà privata” soltanto se persegue la “funzione sociale”. 

Se il proprietario svolge una funzione “antisociale” (ad esempio vende il bene, o licenzia i dipendenti) perde la proprietà privata del bene, che diventa “proprietà collettiva” del Popolo a titolo di sovranità, senza bisogno di versare indennizzi. 

Devo precisare che una legge assolutamente incostituzionale si oppone a questi principi invalicabili: è il decreto legislativo n. 85 del 2010, firmato Berlusconi Bossi (il cosiddetto federalismo demaniale), il quale va portato all’esame della Corte costituzionale sollevando un ricorso incidentale in uno dei processi ai quali ho fatto cenno e la Corte costituzionale, secondo me, non potrà non annullarlo.

lunedì 11 gennaio 2016

Roma: alla Camera con il Comitato per il NO alla Legge Elettorale

Incontro alla Camera con il Comitato per il NO alla Legge Elettorale ... 

il 2016 è un anno fondamentale ...

- per la difesa della Costituzione (referendum ad Ottobre) 

- per il Referendum sulla Legge Elettorale (raccolta firme in Primavera) ... 

ATTENZIONE a non cadere nella trappola renziana di voler sminuire eventi FONDAMENTALI per i Valori della Democrazia fino a farli diventare un pro&contro il suo Governo-fantoccio dei Poteri Finanziari ...

ALCUNE FOTO dall'incontro ...






sabato 9 gennaio 2016

Napoli: Forum sulla Città con Luigi De Magistris

L'associazione rinnoVitalia ha accolto l'invito e partecipato oggi al Forum organizzato da Vivoanapoli con la partecipazione del sindaco Luigi De Magistris. 

Tema dell'incontro e' stato il "presente e futuro" della città. Siamo soddisfatti dell'operato del sindaco De Magistris in questo quinquennio. 

Tanti i progetti che hanno cambiato il volto della città, il suo ruolo e la sua attrattiva turistica ma a tutti premetteremmo il risanamento finanziario delle casse comunali. Non vediamo motivi perché un sindaco che ha così operato non debba essere confermato. Ogni altra considerazione e scelta fanno parte di una politica che vuol sminuire i risultati per calcoli personali che non sono certo nell'interesse dei cittadini.